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La selezione nel vino: 5 buone ragioni per cui il “network” non basta...

“Dove hai trovato questa persona?”. “Tramite conoscenze…”: per anni è stata questa la risposta più frequente nel settore vinicolo.

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Be’, cosa c’è di meglio di una segnalazione diretta, tanto più se anche ben referenziata, per trovare la persona giusta da inserire in azienda? Nulla di male, infatti.

Ma siamo proprio sicuri che basti? Noi pensiamo di no:aprire un processo di selezione strutturato garantisce una serie di vantaggi in più.

Proviamo ad approfondirli in 5 punti:

  1. Più canali: una selezione ben organizzata permette di accedere a molti più canali di comunicazione con il mercato del lavoro rispetto al solo network diretto dell’azienda, migliorando così la qualità stessa del processo. Conoscenze dirette o segnalazioni rappresentano un importante strumento, ma sarebbe sbagliato considerarlo come l’unico: ridurrebbe notevolmente le alternative rischiando di limitare le valutazioni, e quindi anche la scelta, su un numero sensibilmente inferiore di potenziali candidati;

  2. Più candidati: conoscere più candidati permette alle aziende di razionalizzare meglio sul proprio fabbisogno. L’esigenza spesso parte dall’idea di cercare un profilo con determinate caratteristiche, ma intervistando tipologie differenti di profili non è affatto raro che l’idea di base possa gradualmente mutare, portando a scelte diverse dai presupposti iniziali o addirittura a selezionare più di un candidato sulla medesima vacancy o in ruoli differenti;
  1. Dai candidati si impara! Il colloquio è anche un momento di ascolto per chi lo gestisce. Spesso, soprattutto intervistando determinate tipologie di candidati, si possono acquisire punti di vista e informazioni interessanti sull’andamento del proprio mercato di riferimento. Privarsene sarebbe un errore madornale.

  2. Annunci su portali qualificati: la pubblicazione di annunci nei “posti giusti” è anche un’ottima opportunità di marketing per le aziende, purché non evidenzino sempre le medesime posizioni (creerebbe più di una titubanza nei potenziali candidati)., e purché siano formulati correttamente, risultino attrattivi e, ovviamente, siano veritieri (quest’ultimo punto non affatto scontato). Inoltre, una selezione condotta professionalmente e in modo strutturato anche negli step successivi, lascia comunque un’immagine positiva ai candidati che ne prendono parte, a prescindere dall’esito finale;
  3. Database is the king: aprire processi di selezione ben organizzati permette alle aziende di costruire nel tempo database che, in caso di specifiche o estemporanee esigenze, contribuiscono a colmare tempestivamente nuove vacancies che possano crearsi nel proprio organico.