Ecco cosa emerge da Linkedin.
Allo stesso tempo, a fine gennaio tutte le aziende hanno consegnato il prospetto informativo con l’evidenza del numero di risorse con invalidità e di categorie protette da assumere.
È quindi normale aspettarsi che il passo successivo per molte organizzazioni sia quello di far combaciare le effettive esigenze con l’obbligo di Legge. In altri termini la cosa più ovvia sarebbe vedere un numero elevato di organizzazioni che cercano risorse con invalidità tra i ruoli che comunque dovranno inserire.
Tutto questo però non corrisponde alla realtà.
Anzi, le posizioni più ricercate per categorie protette sono appunto “categorie protette”.
Cosa significa?
Una title generica, spesso associata a frasi come “Vogliamo entrare in contatto con risorse con invalidità motivate e dinamiche” ed una serie più o meno precisa di ruoli “in cui potrebbero essere inserite le persone”.
Oltre alle posizioni appena descritte, le organizzazioni ricercano posizioni basiche, di supporto, spesso con riferimento a contratti a termine e part time senza indicazioni reali di competenze ricercate o prospettive di crescita professionale.
Basti pensare che nella funzione più richiesta dal mercato (il commerciale) poco più dell’1% di posizioni è riservata alle categorie protette e che ci sono ruoli molto ricercati dal mercato per i quali non ci sono proprio inserzioni riservate alle categorie protette.
La domanda quindi sorge spontanea: si possono trovare figure come quelle pubblicate da LinkedIn, cioè commerciali, specialisti d’IA, analisti di SOC. consulenti sulla sostenibilità (etc.) tra le persone con invalidità?
La risposta, a quanto pare sorprendentemente, è ASSOLUTAMENTE SÌ.
Se ci riflettiamo, non c’è un motivo valido per cui un responsabile acquisti (7^ profilo più ricercato nel 2024) non possa avere un’invalidità.
Infatti, esistono moltissime patologie che, se adeguatamente gestite, possono permettere ad una persona con le competenze di un responsabile acquisti di lavorare senza problemi e contribuire al raggiungimento degli obiettivi aziendali, definendo strategie e modalità d’acquisto.
La realtà dei fatti è che molto spesso i bias, pregiudizi e preconcetti che esistono sulla disabilità prendono il sopravvento sulla razionalità della scelta e si decide arbitrariamente di escludere la possibilità di cercare un professionista con invalidità in ruoli manageriali, strategici, che richiedono il contatto con il pubblico o per cui sono necessarie competenze specialistiche.
In WeHunt abbiamo sempre creduto che il valore di una persona sia la sommatoria di tutte le sue caratteristiche: la disabilità è soltanto una di queste.
Nonostante possa richiedere attenzione e qualche accorgimento in più per permettere alla persona di esprimere tutto il suo potenziale, il ritorno di questo investimento è assolutamente eccezionale e le organizzazioni dovrebbero cercare di non fasi scappare queste opportunità.