W-ine è una finestra panoramica che si colloca proprio al centro tra la domanda e l’offerta di un mercato che evolve velocissimo, una finestra dalla quale possiamo osservare i cambiamenti dello scenario ma al contempo provare a guardare oltre l’orizzonte, per avvistare le tendenze.
Il 2023 è stato un anno controverso e il futuro si mostra per molti versi ancora di difficile interpretazione. E allora, cosa riusciamo a intravvedere dalla nostra finestra?
Giorgio Putignano, Project Leader di W-ine, prova a sintetizzare in due punti il trend evolutivo nel mercato del lavoro nel settore:
- Prudenza sì, ma non per tutti: l’anno che verrà suggerisce prudenza nelle scelte strategiche? Forse…
In realtà i Manager più esperti sanno bene che sono proprio questi i momenti in cui provare lo scatto in più per acquisire il vantaggio competitivo che potrebbe rivelarsi decisivo ad una ripresa più incisiva del mercato.
Effettivamente, all’interno di un momento storico che per ragioni congiunturali suggerirebbe prudenza, sembra che i numeri relativi alla mobilità lavorativa nel settore vinicolo vadano in controtendenza rispetto al percepito comune. I dati parlano: nelle prime sei settimane del 2024 abbiamo registrato un +27% nella richiesta di figure professionali specifiche da parte delle aziende nostre clienti rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. Tra le più richieste: Direzione Vendite, Export ed Area Manager in primis, poi figure relative al marketing (digital, pr & communication su tutte) e non da meno ci sono le figure tecniche cruciali, come gli agronomi disponibili al trasferimento e/o alla mobilità lavorativa. Inoltre si registra una tendenza crescente anche nel fabbisogno di nuove figure specializzate in ambito supply chain, logistica integrata e IT, specie in riferimento all’attività di tracciamento della produzione tramite blockchain e dell’etichettatura nutrizionale.
- Valorizzazione della PMI vinicola o accorpamento in grandi Gruppi (o entrambe?):
All’interno di un contesto per definizione diffuso e polverizzato su realtà di medie e piccole dimensioni, la tendenza sembra ormai essere duplice: o le PMI del vino si strutturano per acquisire maggiore competitività oppure, per persistere in modo profittevole sul mercato, sempre più imprenditori sono disponibili a valutare operazioni di accorpamento promosse da grandi gruppi e investitori, utili ovviamente a rendere il business più scalabile a tutto beneficio di una maggiore efficienza e marginalità.
In entrambi gli scenari le conseguenze sul mercato del lavoro nel settore vinicolo tracciano un’evoluzione netta rispetto alle dinamiche del passato. Da un lato le PMI che decidono di investire nella direzione della maggiore competitività devono senz’altro “managerializzarsi” e strutturarsi gradualmente per adottare strategie di sales & marketing volte ad incrementare il posizionamento del brand e di conseguenza anche il prezzo medio. Cosa significa? Che serve mettere a patrimonio dell’azienda nuovi ruoli e competenze di marketing e comunicazione (digital marketing, pubblic relation, brand awareness, etc.) e si rende necessario adottare precise attività di formazione ed engagement a supporto dei Sales Manager e della rete vendita.
Dall’altro lato, il fenomeno sempre più diffuso di “accorpamento” -nel quale grossi investitori acquistano cantine centralizzando produzione, funzioni strategiche e, quindi, anche costi - favorisce la diffusione di logiche organizzative e gestionali più propriamente industriali e manageriali rispetto a quelle solamente agricole di un tempo, con tutte le conseguenze del caso sul percorso di crescita professionale delle persone impiegate all’interno di aziende sempre più strutturate e modernamente organizzate, oltre che sull’attrattività di queste aziende sul mercato del lavoro nel suo complesso.